Negli ultimi anni, l’emigrazione giovanile dall’Italia è diventata un fenomeno strutturale. Solo nel 2024, secondo i dati ISTAT, 156.000 giovani italiani hanno lasciato il Paese, segnando un +36,5% rispetto al 2023. Oltre il 75% è under-40.
Ma dove vanno? Nell'ordine Germania, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi. Paesi dove stipendi più alti, sistemi meritocratici e maggiori possibilità di crescita professionale offrono un contesto più favorevole rispetto a quello italiano.
I motivi principali di questa fuga?
• Salari troppo bassi rispetto al costo della vita
• Poche prospettive di carriera, soprattutto nel Sud Italia
• Scarsa valorizzazione delle competenze, anche in ambito pubblico
• Precarietà cronica, con contratti a termine o part-time non volontari
L’Italia spende per formare i suoi giovani fino alla fine del loro percorso universitario, ma poi li lascia partire. Questo significa perdita di capitale umano, minori nascite, minor innovazione, e un sistema pensionistico ancora più sotto pressione.
Fermare questa fuga non è impossibile: serve una strategia chiara. Investimenti nella formazione, aumento dei salari netti, riduzione del cuneo fiscale e una nuova politica industriale possono invertire la rotta.
